Dicembre a Genova

Adesso abito a Genova!
A settembre ho iniziato un nuovo lavoro da post doc qui, e per la prima volta in vita mia posso dire che abito al mare. Anche se per adesso il mare lo vedo solo da lontano, dalla bella vista che c’è dal mio ufficio, ma credo che quando il tempo sarà caldo sarà bello averlo sempre vicino, poter fare un tuffo dopo il lavoro (o prima se fossi una persona mattiniera). Quando apro le imposte verdi al mattina c’è sempre un profumo di focaccia e mi sento un po’ in vacanza.
Ho traslocato nuovamente, non mi è pesato molto questa volta, ho una casa carina (non è un monolocale! Anche questa grande prima volta!) e ho fatto un bell’albero di Natale a due dimensioni appeso in sala.IMG_20191204_003510

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Tokyo

Sono arrivata a Tokyo ieri, facendo scalo a Pechino. In viaggio ho dormito un pochino, ma arrivata a destinazione mi sentivo uno straccio. Ho comprato un biglietto per il bus dall’aeroporto di Narita verso la città, e mi sono bastati i due passi con la valigia per aver voglia di uscire ad esplorare Tokyo. Arrivata in hotel (una stanza minuscola ma carina, con il lusso del bagno in camera!) mi sono fatta una doccia e sono scesa in cerca di un posto dove cenare. Non volevo dormire prima di sera per evitare di passare poi la notte in bianco. Ho passeggiato per Ikebukuro, la zona in cui si trova il mio albergo e dopo lunghe considerazioni e vari avanti e indietro per guardare le foto sui menu esposti ho scelto un posto di quelli per giapponesi solitari, con il bancone lungo e stretto dove le persone si siedono rivolte verso la cucina e mangiano per lo più da soli. Una ragazza gentile mi ha aiutata a fare il mio ordine dalla macchinetta automatica (era solo in giapponese!) e poi mi ha chiesto se mi servisse un cucchiaio, ma ho rifiutato e mi sono discretamente arrangiata con le bacchette. Era buono!

Stamattina speravo di dormire per recuperare il sonno, invece il fuso orario mi ha svegliata alle 5, ma ero bella riposata e quindi sono scesa a fare colazione (pane tostato e marmellata in albergo, che è in verità una via di mezzo tra un albergo e un ostello e mi piace molto) e ho portato con me il computer. Sono qui per una conferenza e devo ancora preparare il mio talk, quindi ora mi metto al lavoro con le slide e spero di riuscire a preparare qualcosa in tempi brevi, e dedicarmi poi a dei giri qui. Mi piace tanto passare del tempo qui anche tranquilla, a lavorare e scrivere, e a guardare gli altri che fanno colazione, vanno al lavoro, ascoltano un telegiornale che io non capisco.

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Mezza in vacanza e mezza no

Settimana scorsa sono andata a correre al parco vicino casa, che è bellissimo e lungo il percorso si incontrano perfino dei cerbiatti. Sullo stesso prato dei cerbiatti vivono anche un paio di lama e uno struzzo, e mi pare vadano abbastanza d’accordo. Il giorno dopo mi e’ tornato lo strano dolore al fianco quando faccio le scale, quindi mi sto impegrendo per qualche giorno perchè non vorrei farlo peggiorare. Mi sono quindi dedicata agli afternoon tea, che sono tra le mie attivita’ preferite in UK! Oggi quando esco ne ho uno organizzato dall’universita’ in cui pare ci saranno anche dei tea cocktails… sono pretty excited, come dicono qui!
10 giorni fa ho consegnato la tesi del PhD, ed ora mi sento mezza in vacanza e mezza no. Dopo aver passato tantissime ore concentrate a scrivere e fare analisi (non avevo scelta) adesso rimanere concentrata su una cosa per un tempo decente mi sembra difficilissimo. Apro mille finestre di ricerca al pc, per lo più inutile, chiedo a google ogni stupidaggine che mi passa per la testa. Però non mi sogno neanche di stare in ufficio fino alla sera tardi e ho smesso di fare gli incubi! Agli apici dello stress avevo sognato di essere stata retrocessa alla scuola elementare, che però avrei dovuto frequentare qui. Quindi mi ritrovavo in una classe di bambini di 7 anni, e tra le prove da superare c’era quella di impersonare davanti agli altri studenti dei personaggi di Harry Potter (ovvio, in UK e’ normale che questo faccia parte del programma!). Io non ero stata abbastanza brava a recitare Hermione (non ero neanche stata avvisata prima, la maestra mi aveva chiamata fuori a tradimento!) e quindi mi era stato detto che “la mia produzione non era abbastanza buona”, e che così non andava bene. Io mi ero svegliata angosciata e con un gran senso di inadeguatezza.

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Ascoltare in corsa

Mercoledì ero arrivata in palestra per correre, e davanti all’armadietto dello spogliatoio mi sono accorta di aver lasciato gli auricolari sulla scrivania all’università. Già pensavo allo sconforto totale dei 40 minuti di corsa senza uno straccio di sottofondo (avevo in programma di finire l’audiolibro), quando ho pensato di provare a chiedere alla reception se avessero degli auricolari dimenticati da prestarmi. Come quando il bagnino mi presta gli occhialini in piscina se me li dimentico. Una ragazza mi ha suggerito di chiedere direttamente al banco oggetti smarriti al piano di sopra, e così per la mia corsa ho avuto in prestito dei bellissimi auricolari Sony, meglio dei miei, con cui ho ascoltato la fine del romanzo e un’intervista a Bersani su you tube. Non proprio la classica colonna sonora per darsi lo sprint, ma mi ha distratta dalla fatica e ha funzionato.
Tra pochi minuti dovrei ritornare per la corsa di oggi, che mi sembra abbastanza una punizione. Vediamo se riesco a trovare qualcosa di bello da ascoltare per farmi venire la voglia.

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Stamattina ho fatto la spesa prima di entrare all’università, così da potermi rifugiare a casa quando finisco. Ho una zucca da tagliare e credo di farci una minetrina calda, visto che oggi qui è davvero arrivato il freddo bianco.
Il mio programma di corsa continua e mi piace abbastanza, soprattutto perchè ora corro ascoltando audiolibri per distrarmi dalla fatica. Ho iniziato da La Metampormosi di Kafka, ancora non sono arrivata alla fine ma mi ha colpito per l’angoscia grandissima del protagonista. Quindi corrro mentre Gregor guarda fuori dalla sua finestra, senza sapere come reagire al disgusto e all’esasperazione che la sua famiglia prova per lui. Non è proprio come leggere, le parole entrano molto più veloci nelle mie orecchie di quanto non lo farebbero dagli occhi, e forse ogni tanto mi distraggo e mi perdo qualcosa.

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Ne ho trovata un’altra

Poi la casa nuova con il forno e tanto spazio per invitare amici a cena in effetti l’ho trovata, e ci ho vissuto sei mesi. Era bellissima ma non aveva il riscaldamento, e mi ricordava quella canzoncina sulla casa molto carina, che dice: “ma era bella, bella davvero”… la mia casa era così, molto carina ma invivibile, specialmente nelle mattine di marzo con la neve fuori. Allora ho rifatto i miei scatoloni e ho trovata un’altra. Non ha il forno ma mi ci trovo bene, mi sono comprata uno di quegli armadi montabili fatti di travi in acciaio e copertura di tela. L’ho montato io e dentro ci ho messo tutte le mie camicette, vestiti e lenzuola. Mi piace e penso che me lo porterò via quando sarà il momento di cambiare ancora.
Continuo ad andare in palestra più o meno assiduamente, e sono sempre una grande fan dei ravioli di Sainsbury. Li mangio soprattutto quando arrivo a casa molto tardi e molto demoralizzata.
Ho iniziato a scrivere la tesi del dottorato, e cerco di darmi delle regole per sopravvivere a tutta questa flessibilità di orari, che comunque mi piace molto.

 

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Da un paio di settimane cerco casa

Poi sono ritornata a Milano, e dopo Milano a Londra, dove da un paio di settimane cerco casa. Stavolta cerco una casa senza coinquilini, con un bel forno e abbastanza spazio per invitare qualche amico a cena. Non è affatto un’impresa facile, soprattutto considerando il mio budget da studente, ancora. Però mi sono quasi accordata per una casina che mi piace tanto, e nei prossimi giorni capirò se riuscirò davvero a trasferirmi lì, o se invece dovrò continuare a cercare. Nel frattempo la mia vita londinese è ricominciata, mi sono iscritta in palestra e ci vado a nuotare e a fare qualche corso, quando sento che la mia produttività universitaria latita.

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Pecore di Natale

Ormai sono nel ciclone dei saluti, dell’ultimo giro in biblioteca per restituire film che non ho fatto in tempo a vedere e libri che non ho finito di leggere, dell’ultima zuppa al pomodoro al sabato mattina sui tavolini di legno della bakery, di un sacco di ultime cose che mi farebbero scrivere un elenco lungo e malinconico ma forse per questa volta lascio stare.
Stasera, come saluto e festa natalizia con quelli dell’universita’, abbiamo preso dei biglietti per salire su una delle famose Christmas ship che fanno il giro della di Washington lake decorate con lucine colorate, cantando canzoni natalizie. La prima volta che ho proposto di prendere i biglietti mi hanno guardata un po’ straniti, e poi una ragazza ha disegnato questa sulla lavagna:
Christmas_sheepE’ una bellissima Christmas sheep. A quanto pare, nonostante mi fossi anche intenzionalemnte sforzata, non sono riuscita a pronunciare la i di ship corta abbastanza da farmi capire.

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Ultima settimana

Mancano ora solo 6 giorni al volo che mi riportera’ in Italia per le vacanze di Natale. 6 giorni in cui cercare di raccogliere piu’ dati possibile all’universita’, in cui salutare tutti, inclusi quelli conosciuti da poco, festeggiare il compleanno della coiquilina cinese, e magari fare un paio di giri solitari se mi riesce.
Le cose che mi mancheranno di piu’ sono il profumo di pini la mattina presto uscendo di casa, che a Wedgwood sembra di stare in un mondo a parte, fare un giro in biblioteca e scegliere i dvd da guardare in settimana. Comprare le zucche arancioni o gialle a strisce verdi da cucinare, e fare la strada a piedi al ritorno, certe volte un po’ cantando perche’ tanto non mi sente nessuno.
Sono cosi’ felice e cosi’ triste di finire questa esperienza, e vorrei certe volte che il mondo fosse piu’ piccolo, i paesi piu’ vicini.

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Dopo così tanto tempo

Dopo così tanto tempo ho aperto questa pagina e deciso che mi piacerebbe ancora raccontare delle cose qui. Leggevo un altro blog molto bello di una persona che scrive quasi ogni singolo giorno raccontando della sua famiglia. Sembra di leggere un romanzo e fa venire voglia di mettersi in poltrona e leggerselo tutto.
Ora sono qui a Seattle, alla iudab come la chiamano gli americani, che sarebbe la University of Washington. Certe volte e’ molto bello ed imparo un sacco di cose, altri giorni non so bene cosa devo fare, come si fa, ed anche perche’.

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La lavagna dei lab meeting qui.

 

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